venerdì 19 dicembre 2014

L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 19


Laurent Moreau,
La mia famiglia selvaggia,
traduzione di Paolo Cesari,
Orecchio acerbo, 2014
(pp. 28 euro 15,50)
Laurent Moreau è un giovanissimo illustratore francese di grande talento, ha già pubblicato con numerose case editrici francesi, come Actes Sud Junior, Hélium, Rouergue, Gallimard e Milan,e i suoi albi sono inconfondibili. Colori compatti, tratto avvolgente e solo in apparenza semplice, pagine vivaci sempre pullulanti di piante e animali. Eclettico e originale, ha più volte 'sconfinato' nell'ambito del fumetto, della carta stampata e della fotografia, ma rigorosamente solo con la Polaroid. Come autore unico ha pubblicato: "Nuit de rêve" (Actes Sud Junior, 2012), "A quoi penses-tu?" (Hélium, 2011), "Les Beaux Instants" (helium, 2010, "Valentin le mécanicien" (Actes Sud, 2010), "L'enfant dans la tempête" (Rouergue, 2009), "Jour de pêche" (Actes Sud, 2008). Attualmente vive a Strasburgo dove, nel 2007, si è diplomato a l' École des Arts Décoratifs. Con la casa editrice Orecchio acerbo ha pubblicato La mia famiglia selvaggia (2014), Dopo (2014) e A che pensi?  (2012, qui in Gavroche).

Benjamin Chaud,
Pupupidù. Orsi in pista,
traduzione di Margherita Vecchiati,
Franco Cosimo Panini, 2014
(pp. 32 euro 14,50)
Benjamin Chaud, illustratore francese, è nato nel 1975 a Puy Saint Vincent, un piccolo villaggio delle Alpi. Ha studiato "arti applicate" a Parigi ed "arti decorative" a Strasburgo con Claude Lapointe. Ha vissuto a Marsiglia (perché c’è il mare…) e dal 2009 vive e lavora a Parigi. Per illustrare Lavarsi che impresa! dice di aver ha acquistato delle belle scarpette da ginnastica verdi e di essersi chiuso in casa a lavorare senza lavarsi per un mese. Ama le canzoni italiane, il tea e stare a osservare le donne; parla un po’ giapponese e ungherese.
I libri di Benjamin Chaud che potete trovare in Italia, oltre a Pupupidù. Orsi in pista, sono Una canzone da orsi (Franco Cosimo Panini) e Non ho fatto i compiti perché... (con testo di Davide Calì, Rizzoli) entrambi del 2013 (qui in Gavroche); Lavarsi che impresa (con testo di Manuela Monari, Zoolibri, 2008/2005), La principessa della pioggia (Zoolibri, 2002), e la splendida serie del micro elefantino Pomelo (Pomelo si domanda...Pomelo sta bene sotto il suo soffionePomelo sognaPomelo è innamorato (con testo di Ramona Badescu, De Vecchi, fuori catalogo). Per la collana "Atlanti", Il mio primo atlante del corpo umano (La Nuova Frontiera, 2008) e Il mio atlante degli animali (La Nuova Frontiera, 2007).

Émile Jadoul, Papà-isola,
traduzione di Federica Rocca,
Babalibri, 2014 (pp. 32 euro 12,50)


Émile Jadoul nasce ad Avennes in Belgio nel 1963. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti. Vive in una casa in mezzo al bosco circondato da conigli, volpi e persino orsi. Quando non disegna nel suo atelier, tiene corsi di illustrazione.

Con Babalibri ha pubblicato, oltre a Papà-isola (2014), Le mani di papà (2013), Sulla mia testa e Bacioespresso (entrambi 2012) e Scacciabua (2011).
 













Natale con i tuoi.


O anche no, come preferite. 
Per me non esiste la famiglia dell'obbligo, se con tuoi si intende solo quella classicamente intesa. Non è qualcosa che si dà, una volta per tutte, la famiglia, è qualcosa che si crea don dedizione, piano piano.

È vero però che le festività ci fanno desiderare di avere vicine, ancor più vicine, le persone che per noi hanno un significato speciale, legate o slegate da vincoli di parentela. O, almeno, a me succede così; la mia famiglia, molto allargata e sparpagliata qua e là, comprende tante persone con le quali mi piace trascorrere un tempo che, in questi giorni, non c'è niente da fare, è diverso dal resto dell'anno.

Ogni famiglia, si sa, è un mondo a sé, e questo è vero non solo in caso di infelicità.
Sono monadi che si fondano su un dna preciso che evolve e involve nell'incontro con altri dna creando atlanti privati di relazioni, ricordi, rimandi, cose non dette o che è meglio non dire, compromessi, prove di umanità e identità, tracciati di piste per decollare o sui cui atterrare, profili che si riconoscono al buio e ingombri che non si riescono a superare. Da piccola, poi, mi esercitavo a riconoscere le famiglie dall'odore, perché ogni casa ne ha uno inconfondibile che avvolge ciascuno dei suoi componenti. Non ho ancora capito come si crei, una sorta di profumo, ma mi piace ancora tanto cercarlo.

La mia famiglia selvaggia, è un libro di studio, appunto, sulla famiglia che comprende esercizi di grande attenzione da rivolgere ai singoli appartenenti al clan affettivo, utile da consultare anche prima di ogni riunione parentale.

Chi li svolge, questi esercizi immaginifici di profonda sensibilità, è una bambina che fa delle caratteristiche fisiche o caratteriali dei suoi cari l'occasione per una trasfigurazione da persona ad animale.

Guarda in profondità, questa bambina, quello che gli altri appena vedono.
Al prodotto di questo sguardo, poi con grande e lucida sensibilità, riesce a dare un nome e una forma, riconoscendoli così una sostanza costitutiva. Pregi, difetti, virtù, comportamenti, temperamenti, fragilità, dei suoi famigliari vengono selezionati e portati alla luce, mostrati per quello sono, con una grazia scevra da una qualsiasi forma di critica.
Tutte le famiglie, almeno una volta, dovrebbero avere la fortuna di essere guardate come quella di questa bambina.


Il fratellino grande è forte come un elefante, quello piccolo ha sempre la testa fra le nuvole, come un uccello. Il papà può essere molto feroce, ma ama crogiolarsi al sole, come un leone. La mamma, bella e slanciata come una giraffa, sembra un’indossatrice. 


Laurent Moreau,
La mia famiglia selvaggia,
traduzione di Paolo Cesari,
Orecchio acerbo, 2014


Laurent Moreau,
La mia famiglia selvaggia,
traduzione di Paolo Cesari,
Orecchio acerbo, 2014


I cugini, è facile riconoscerli, fanno sempre le smorfie come le scimmie.


Laurent Moreau,
La mia famiglia selvaggia,
traduzione di Paolo Cesari,
Orecchio acerbo, 2014


Poi, i nonni, gli zii, e tutto il parentado.


Laurent Moreau,
La mia famiglia selvaggia,
traduzione di Paolo Cesari,
Orecchio acerbo, 2014




Senza dimenticare l’amico del cuore, che se non scappa di corsa come un ghepardo, diventerà il suo innamorato.



Laurent Moreau,
La mia famiglia selvaggia,
traduzione di Paolo Cesari,
Orecchio acerbo, 2014



Da ultima la ragazzina, la voce narrante. Con una complice strizzatina d’occhio invita a scoprire la sua di particolarità. Magari quella di essere a righe, come una zebra… Un divertito omaggio alla stupefacente singolarità dei nostri cari.





Laurent Moreau,
La mia famiglia selvaggia,
traduzione di Paolo Cesari,
Orecchio acerbo, 2014


La mia famiglia selvaggia è, insieme, un immaginifico album di famiglia e un caleidoscopico bestiario che si presta a essere condiviso, tra adulto e bambino, in una grande intesa piena di divertita condivisione. Un libro che non può non essere apprezzato da chi ha amato gli altri titoli di Laurent Moreau, ma può rivelarsi anche una felice sorpresa per chi ama giocare con le cose importanti della vita, per chi riesce a guardare le cose dell'altro nella giusta ottica, per chi sa ridere prima di tutto di sé. Ma anche per chi considera, se stesso e gli animali, membri della stessa grande famiglia.

E un'altra famiglia si affaccia dalle pagine di Pupupidù Orsi in pista, il secondo titolo, dopo Una canzone da Orsi, di Benjamin Chaud che racconta le gesta del piccolo intrepido Orsetto.
Famiglia, perché tra queste nuove pagine, si affacciano, oltre Orsetto e il suo Papà, anche la mamma e il piccolo fratellino.

La struttura narrativa, è la stessa del primo libro. Così come la ricchezza e la ricercatezza delle immagini, alle quali, sorpresa di questa edizione, si aggiunge un espediente cartotecnico che inizia dalla copertina e dona al lettore un nuovo effetto stupore.

Tutto questo concorre a fare di Pupupidù un universo iconico in cui perdersi, un labirinto di suggestioni da accogliere, un'irresistibile corsa a perdifiato tra le pagine come è stato per Una canzone da orsi, è una terra sospesa dove poter approdare sulle ali dell'immaginazione.



Orsetto si sveglia. È una bella mattina di primavera. 
Fuori, gli uccellini cinguettano e l'aria profuma di erba fresca. 
È soletto, così decide di uscire a fare un giro.

Che gioia sgranchirsi finalmente le zampette! 
Orsetto sa bene che non deve allontanarsi troppo dalla tana, 
ma che cos'è che brilla dietro a quegli alberi?




Benjamin Chaud,
Pupupidù. Orsi in pista,
traduzione di Margherita Vecchiati,
Franco Cosimo Panini, 2014


Orsetto percorre i sentieri della foresta, sente i profumi, rincorre una farfalla, tuffa il musetto nel muschio... fino a quando, improvvisamente, si trova davanti un buco che sembrava nascosto.

Un buco nella terra, un possibilità inesauribile di sempre nuove meraviglie narrative. Un inizio pieno di possibilità, anche questo di Pupupidù, che condurrà il lettore lontano insieme a Orsetto, non solo dalla foresta fino a un circo sulle tracce del papà orso ma anche, in senso più ampio, sulla strada della creazione di quegli strumenti cognitivi e affettivi necessari per la comprensione della sua relazione con la realtà circostante.

E via, dentro il buco, e poi dentro una grotta, e ancora infilato in un tubo rosso che va fino dentro una lavatrice e che espelle dall'oblò il divertito Orsetto proprio davanti alla tenda di un grande Circo.


Dall'altra parte della tenda, la musica ha un ritmo irresistibile e si sente un buon profumino di zucchero filato. 

All'improvviso, tra la folla degli spettatori, Orsetto intravede Papà Orso.
Ha in testa un bel cappello a punta. Che cosa farà mai lassù?


Benjamin Chaud,
Pupupidù. Orsi in pista,
traduzione di Margherita Vecchiati,
Franco Cosimo Panini, 2014



In questo modo, in un continuo gioco di scoperte e rimandi, grazie alla ricerca del protagonista, il lettore passerà dall'azione del vedere a quella di saper vedere per saper trovare, che è l'azione del guardare, divenendo così l'attore principale del farsi del testo narrativo e contribuendo, secondo questa possibilità, a trasformarlo e ad arricchirlo a ogni occasione di lettura in modo diverso, perché anche Pupupidù, come Una canzone da orsi, entra a pieno titolo nella bibliografia dei titoli da rilettura; la quantità sorprendente di stimoli che propone fa sì che le sue pagine possano essere viste e riviste, quindi lette e rilette, per molte volte.


Al rullo dei tamburi, Orsetto entra in pista. Intorno a lui, animali meravigliosi ballano, corrono in tondo e gli fanno girare la testa. Non sa più da che parte guardare.

Fa appena in tempo a vedere Papà Orso in sella a una piccola bicicletta, che salta attraverso un cerchio infuocato. Presto, presto, presto, seguiamolo!



Benjamin Chaud,
Pupupidù. Orsi in pista,
traduzione di Margherita Vecchiati,
Franco Cosimo Panini, 2014


Nel libro, il bambino infatti potrà seguire, oltre alla linearità temporale delle parole che danno vita alla narrazione, la miriade di segni e simboli, dettagli che degli spazi raccontati portano chiari i segni di origine, disseminati con cura nelle tavole di Chaud. Le sue doppie pagine sono universi iconici in cui perdersi, piste da esplorare capaci di condurre il lettore simultaneamente in più direzioni: prima e dopo, alto e basso, avanti e indietro, destra e sinistra, luci e ombre, persone e cose, stratificazioni di ambienti che richiedono l'utilizzo di mappe cognitive ogni volta differenti per essere esplorati e cambi di registri, di atmosfere anche cromatiche, che divengono veri e propri esercizi di abilità per l'apprendimento dell'uso originale e combinatorio di grammatiche logiche e affettive.


Benjamin Chaud,
Pupupidù. Orsi in pista,
traduzione di Margherita Vecchiati,
Franco Cosimo Panini, 2014


Sì, anche grammatiche affettive, che qui si ampliano nell'incontro con la mamma e la venuta al mondo di un fratellino, uscito da una scatola come la gioia di un atteso regalo.

Ora finalmente ci sono tutti gli elementi che occorrono per completare il numero acrobatico della famosa Famiglia Orso.


Benjamin Chaud,
Pupupidù. Orsi in pista,
traduzione di Margherita Vecchiati,
Franco Cosimo Panini, 2014


Di famiglia in famiglia, di orsi in orsi, di papà in papà.

Si perché è un papà in attesa dell'arrivo del figlio, si parla sempre delle mamme in questo particolare momento di vita, i papà appaiono negli albi sempre dopo la nascita dei figli, il protagonista di Papà- isola.

Un libro, molto delicato e intenso, sincero, che ha tra i suoi pregi quello di raccontare le riflessioni intime di un padre di fronte alla responsabilità che di lì a poco lo investirà di un impegno che lo riguarderà per il resto della sua vita.

Un condizione di cui non facile sentirsi all'altezza.


«Sarò un bravo papà?» si chiede Gigi l’orso all'orsa Betty.


Émile Jadoul, Papà-isola,
traduzione di Federica Rocca,
Babalibri, 2014


«Un super papà sa fare questo e quello. Sa nuotare e costruire, sa giocare a pallone e fare un sacco di altre cose che io non so fare!»


Émile Jadoul, Papà-isola,
traduzione di Federica Rocca,
Babalibri, 2014


Émile Jadoul, Papà-isola,
traduzione di Federica Rocca,
Babalibri, 2014



«Ma tu sarai un papà-isola dove il nostro cucciolo potrà riposare, sarai un papà-capanna per proteggerlo dal vento e dal freddo, sarai un papà-cavallo e lo accompagnerai all’avventura, tu sarai un papà-aeroplano per portarlo alla scoperta del mondo!» lo rassicura Betty, l’orsa.




Émile Jadoul, Papà-isola,
traduzione di Federica Rocca,
Babalibri, 2014



Émile Jadoul, Papà-isola,
traduzione di Federica Rocca,
Babalibri, 2014


Un papà è un mondo di possibilità che si danno al bambino.
Papà si diventa, così come si diventa bambini conquistando ogni giorno piccoli tasselli di un mondo più grande da tenere per sé.
È qualcosa che si impara a fare insieme, a me verrebbe da dire che anche per la mamma è così, per ogni genitore a dir la verità, per come la vedo io.

L'idea di essere all'altezza di un compito così importante può atterrire se vissuta dentro il limite delle convenzioni e delle false convinzione.

Sapere che il miglior papà e quello che riesca a costruire una legame di fiducia con il suo bambino, quella sensazione che fa sentire protetti dalla certezza che lui sarà lì per loro, per il suo bambino e la sua bambina, che saprà accoglierli anche nei momenti difficili con la stessa gioia che ha provato il primo giorno, accentandoli, come ha fatto con se stesso, per quelli che onestamente sono, è una certezza alla portata di tutti che rassicura e fa sentire bene.


E così, forse anche il nostro orso Gigi diventerà un super papà, addirittura il re di tutti i papà!



Émile Jadoul, Papà-isola,
traduzione di Federica Rocca,
Babalibri, 2014


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