martedì 18 novembre 2014

ZOSIA DZIERZAWSKA: UNO SGUARDO "A TESTA IN GIÙ" SUL MONDO DELL'INFANZIA

Zosia Dzierzawska, A testa in giù,
Topipittori, collana (gli anni in tasca) GRAPHIC,
Milano, 2014




Zosia Dzierzawska,
"October",
Calendario Studio Armad'illo 2014
Zosia Dzierzawska è nata nel 1983, a Varsavia. Dopo gli studi universitari in letteratura comparata, ha lavorato come insegnante e traduttrice, finché l'illustrazione non ha cambiato il corso della sua vita. Un pomeriggio di settembre, a Milano, si è iscritta al corso di illustrazione editoriale di MiMaster. Da allora non ha più cambiato idea e ha felicemente pubblicato fumetti e libri illustrati in Italia, Polonia e Gran Bretagna. Suoi lavori sono stati esposti in diverse mostre fra le quali Bologna Illustrators Exhibition, Palais am Festungsgraben, a Berlino, Society of Illustrators, New York. Vive fra Zurigo, dove abita, Varsavia, sua amata città natale, e Milano, presso Studio Armad’illo, cioè la sua casa nonché famiglia artistica. In Italia ha pubblicato con Rizzoli (Immagini da lontano di Mariapia Veladiano, 2013), Panini (Entra nell'arte del '900, di Marina Pugliese e Daniela Bastianoni) Liber (n. 92), Corraini (sul magazine "Illy Words" - giugno 2014 ed è suo uno dei biglietti della collezione per il prossimo Natale. I suoi lavori sono stati inclusi nell’Antologia di fumetto femminile polacco, Golden Bees, Złote Pszczoły, concepita e scritta da Monika Powalisz e, tra gli altri, su "Nobrow #9" (qui in Gavroche). A testa in giù è il sesto titolo della collana (gli anni in tasca) GRAPHIC dei Topipittori

La prima esposizione delle tavole originali e presentazione del libro A testa in giù: sarà stasera, martedì 18 novembre, al Polski Kot - Torino, ore 19.30 (inaugurazione mostra e presentazione del libro preceduti da aperitivo polacco), mentre domani, mercoledì 19 novembre, allo Spazio b**k - Milano ore 19,30 - ci sarà la presentazione del libro. Zosia sarà poi a Bilbolbul - Bologna 20/23 novembre - e per sapere le altre date... seguite  il suo blog "Slow learner".


Zosia Dzierzawska,
ricerca per A testa in giù


Mentre inizio a scrivere questo post, imparo da Lisa Topi che Zosia, a sua volta, ne sta scrivendo uno per presentare A testa in giù sul blog dei Topipittori, e decido di attendere a pubblicarlo perché mi piace l'idea che le parole di una lettrice, le mie, siano precedute dal regalo di un primo sguardo sul libro fatto dell'autrice e che senza leggere l'una quelle dell'altra possa crearsi, così, complice la curiosità, una sorta di gioco di specchi, dove i nostri pensieri prospettici possano trasformarsi in un rimando di riflessioni su questa biografia d'infanzia che sembra essere il titolo di perfetta fusione tra tra la sezione graphic novel e quella di sole parole della collana Gli anni in tasca (quiqui, qui, qui e qui in Gavroche)




Zosia Dzierzawska,
ricerca per A testa in giù


«Oggi mi rivolgo a voi come soldato e come capo del governo polacco. Mi rivolgo a voi riguardo a questioni di straordinaria importanza. La nostra patria è sull'orlo del collasso. I risultati di molte generazioni e la casa polacca che è stata costruita dalla polvere sono in procinto di trasformarsi in rovina. Le strutture dello Stato cessano di funzionare. Ogni giorno offre nuovi colpi per il declino economico (...) Il clima di conflitti, incomprensioni, odio provoca la degradazione morale, supera i limiti di tolleranza. Gli scioperi, la prontezza allo sciopero, e le azioni di protesta sono diventati una norma di vita. Anche i giovani studenti vi sono stati coinvolti. Ieri sera, molti edifici pubblici sono rimasti sequestrati. Grida si levano, di rappresaglie fisiche contro i 'rossi', contro persone che hanno opinioni diverse. I casi di terrorismo, minacce, vendetta e di violenza, anche diretti, sono in aumento. Un'ondata di impudenti delitti, rapine e furti è in corso in tutto il paese. Le fortune degli squali del mercato nero, già a milioni, sono in crescita. Caos e demoralizzazione hanno raggiunto la dimensione di una catastrofe. Le persone hanno raggiunto il limite di tolleranza psicologica. Molte persone sono preda della disperazione. Non solo i giorni, ma ciascuna ora sta portando l'intera nazione al disastro (...) Cittadini! Il carico di responsabilità che ricade su di me in questo momento drammatico nella storia della Polonia è enorme. E' mio dovere di prendere questa responsabilità - per quanto riguarda il futuro della Polonia, per la quale la mia generazione ha combattuto su tutti i fronti della guerra e per i quali ha sacrificato i migliori anni della propria vita. Dichiaro che oggi il Consiglio Militare di Salvezza Nazionale è stato formato. In conformità con la Costituzione, il Consiglio di Stato ha imposto la legge marziale in tutto il paese. Vorrei che tutti capissero i motivi delle nostre azioni. Il nostro obiettivo non è un colpo di stato militare, una dittatura militare (...) Nel lungo termine, nessuno dei problemi della Polonia può essere risolto con l'uso della violenza. Il Consiglio Militare di Salvezza Nazionale non sostituisce gli organi costituzionali del potere. Il suo unico scopo è quello di mantenere l'equilibrio giuridico del paese, per creare le garanzie che diano la possibilità di ripristinare l'ordine e la disciplina. Questo è il modo migliore per portare il Paese fuori dalla crisi, per salvare il paese dal collasso (...) Mi appello a tutti i cittadini. Un tempo di difficili prove è arrivato. E dobbiamo superarle, al fine di dimostrare che siamo degni della Polonia. Davanti a tutto il popolo polacco e al mondo intero vorrei ripetere le parole immortali: La Polonia non è ancora perduta, finché viviamo ancora!» Wojciech Jaruzelski, Stan wojenny w Polsce 1981-1983


Con questo discorso alla televisione polacca alle sei del mattino del 13 dicembre 1981, il generale dell'esercito Wojciech Jaruzelski dichiarò la legge marziale in Polonia (in polacco Stan wojennystato di guerra). Anche se non c'era una guerra reale al momento, la giunta militare guidata da Jaruzelski e dal Consiglio Militare di Salvezza Nazionale (Wojskowa Rada Ocalenia Narodowego, WRON) usurparono per sé i poteri riservati per il tempo di guerra, da cui il nome. Con l'introduzione della legge marziale, il governo comunista della Repubblica Popolare Polacca limitò drasticamente la vita quotidiana delle persone, nel tentativo di schiacciare l'opposizione politica, guidata dal movimento di Solidarnosc. Migliaia di attivisti dell'opposizione furono internati senza accuse formali e molti vennero uccisi (la legge marziale fu revocata nel 1983, ma molti dei prigionieri politici non vennero rilasciati fino all'amnistia generale del 1986).

È questo il clima, il quadro storico, in cui, nel 1981, Ewa e Bogdan, studenti universitari attivamente coinvolti in Solidarnosc, vivono in un appartamento di Varsavia, in attesa che il 22 aprile 1983, alle ore 14:03, nasca la piccola Zosia. 

E, questo, è il punto di inizio da cui Zosia ha deciso di partire per raccontare la sua biografia d'infanzia. 



Zosia Dzierzawska, A testa in giù,
Topipittori, collana (gli anni in tasca) GRAPHIC,
Milano, 2014

Zosia Dzierzawska, A testa in giù,
Topipittori, collana (gli anni in tasca) GRAPHIC,
Milano, 2014



Mano a mano che le pagine del racconto di Zosia procedono, che le tavole si susseguono, diviene sempre più evidente quanto, ancora una volta, le biografie d'infanzia siano uno degli strumenti imprescindibili, diretti, più ricchi e interessanti, a cui attingere per aggiornare, quindi ampliare, quell'enciclopedia di tipologie di vita che sono il riferimento primo di conoscenza quando si parla di bambine e di bambini, appunto di infanzie.

Ho dedicato un tempo forse troppo lungo allo studio dell'annosa questione dell'autenticità di questa tipologia di scritti. In particolare, alla ricerca se le suddette biografie sgorghino da un ricordo puro, in grado di preservare intatte le cose e quindi capace di restituircele quasi cristallizzate nella loro perfezione, per semplificare, o se le esse non siano piuttosto il frutto della revisione, meglio di una rielaborazione, della memoria adulta, e quindi di un racconto che, dentro un quadro spazio-temporale ed emotivo altro, selezioni e riordini dando nuove forme ai ricordi delle nostre storie.

Leggendo e rileggendo, chiedendo di raccontare e ascoltando, scrivendo e cercando conferma in altri testimoni delle medesima storia, mi sono fatta l'idea che, comunque sia, il confronto con la nostra e l'altrui, di infanzie, non possa che avvenire attraverso una rappresentazione frutto di una costruzione intima e personale che ci tiene impegnati per tutta la vita. Un misto di originalità e lavoro di editing continuo che non per questo tradisce o tradirà l'autenticità della storia.

Ed è attraverso l'incontro dei racconti di queste voci che, comunque, riconosciamo come autentiche, di questa immensa narrazione inconsapevole che condividiamo come esseri umani ogni giorno, che arriviamo a dire a noi stessi e a rendere riconoscibile agli altri la nostra identità. Uno dei motivi perché da bambini e ragazzi, molti anche dopo e io sono tra questi, amiamo entrare nelle biografie.

Le biografie sono il discorso corale che genera la storia dell'uomo. Una sorta di brodo primordiale narrativo al quale sentiamo di appartenere ma di cui non conosciamo la maggior parte degli elementi che ne compongono la complessa interezza. Per questo ci attraggono, e proviamo piacere nell'avvicinarle.

Il racconto di Zosia rientra pienamente in questa categoria. Nell'intrecciare continuo la storia del suo Paese con la storia della sua numerosa famiglia, quella della sua crescita con quella di un popolo che diviene adulto quasi insieme a lei, giorno dopo giorno, nella lotta per la conquista della libertà. 

Se è vero che le grandi battaglie le scrivono i generali ma sono i soldati a cambiare le sorti della storia, è altrettanto evidente che è qui nella piccole grandi cose che succedono nella vita di Zosia che vediamo riflesso il farsi concreto di uno dei momenti fondamentali della storia polacca che ha cambiato le sorti dell'intera storia occidentale.


Zosia Dzierzawska, A testa in giù,
Topipittori, collana (gli anni in tasca) GRAPHIC,
Milano, 2014

In A testa in giù, Zosia, la bambina dal nome insolito che arriva da lontano, riesce a tenere sempre teso il filo tra passato e presente, vivo il dialogo tra tradizione e sottesa rivoluzione, tra la quotidianità di una folta famiglia che sceglie di continuare a vivere nel proprio Paese e la pericolosa onnipresente straordinarietà della legge marziale, dei rischi della attività politica clandestina, della sopravvivenza conquistata a suon di tessere annonarie, della mancanza di risorse economiche, delle impossibilità di proseguire gli studi intrapresi, degli assassinii della polizia polacca. 

Quella di Zosia è la storia di una e insieme di tante famiglie, di migliaia di persone, che nonostante tutto questo, decide e decidono di non arrendersi e di continuare a crescere i propri figli lì, nella convinzione e nell'esempio, veri ieri come oggi, che la difesa della libertà e della giustizia non possa essere delegata ad altri.



Zosia Dzierzawska, A testa in giù,
Topipittori, collana (gli anni in tasca) GRAPHIC,
Milano, 2014

Zosia Dzierzawska, A testa in giù,
Topipittori, collana (gli anni in tasca) GRAPHIC,
Milano, 2014

Zosia Dzierzawska, A testa in giù,
Topipittori, collana (gli anni in tasca) GRAPHIC,
Milano, 2014


Quello che più sorprende in A testa in giù, come succede quando diventiamo partecipi di esperienze di questo tipo, è come sia possibile crescere forti, sani e felici in mezzo a tante difficoltà, suggerisce l'editore. Come sia possibile, anno dopo anno, resistere, combattere, affrontare ogni sorta di difficoltà e riuscire a fare in modo che i bambini, seppur consapevoli e coinvolti in prima persona nelle molte cose che succedono, possano godere di attenzione, intelligenza, creatività, tempo dedicato, energia vitale e amore continui. 


Zosia Dzierzawska, A testa in giù,
Topipittori, collana (gli anni in tasca) GRAPHIC,
Milano, 2014

Zosia Dzierzawska, A testa in giù,
Topipittori, collana (gli anni in tasca) GRAPHIC,
Milano, 2014

Zosia Dzierzawska, A testa in giù,
Topipittori, collana (gli anni in tasca) GRAPHIC,
Milano, 2014


Questa, oltre alla sorpresa, è anche la sensazione che rimane a libro finito e chiuso. 

Mentre seguiamo Zosia nelle sue peripezie di crescita, infatti, ci accorgiamo che l'identità di chi la circonda diviene sempre più definita, dai tratti e dalle parole dell'autrice, certamente, ma è come se al contempo questo avvenisse come prima e più rivoluzionaria risposta intima a ciò che li sta mettendo duramente alla prova. Un fuori, una fatica, un tentativo di placare e di sottomettere, di confondere, che non riesce a penetrare, a scalfire i valori e  modi di vivere in cui credono queste persone. Ci sono timori, preoccupazioni, nei ricordi di Zosia, ma mai paura o terrore, come invece deve essere stato, che possano incidere sulla vita di una bambina tanto da privarla del senso profondo e dell'esperire dell'infanzia.

Che questo sia un ricordo puro o la rappresentazione di quel ricordo che Zosia ci ha voluto consegnare poco importa a questo punto.

Quello che rimane è che questa bambina oggi ci ha regalato è il racconto di un'altra metafora d'infanzia concreta e possibile, da cui sarebbe un vero peccato d'ora in poi prescindere.


Zosia Dzierzawska, A testa in giù,
Topipittori, collana (gli anni in tasca) GRAPHIC,
Milano, 2014


P.S. Le elezioni parlamentari in Polonia del 1989 sono state il risultato di un accordo tra il Partito Comunista e Solidarność. Forse la più importante decisione raggiunta durante le trattative fu quella di permettere elezioni parzialmente libere in Polonia. 
Le elezioni del 4 giugno 1989 (e il secondo turno del 18 giugno) segnarono la vittoria schiacciante di Solidarność: il 99% dei seggi del Senato e il 35% dei seggi possibili al Sejm. Sui possibili 100 seggi al Senato, 99 furono ottenuti da Solidarność e 1 da un senatore non di parte. Sui 35 seggi al Sejm attribuiti alle liste nazionali, solo uno fu conquistato dal candidato del Partito, e uno da un partito satellite, mentre i rimanenti furono assegnati a Solidarność al secondo turno. Sui 161 senatori eleggibili, Solidarność ne ottenne in complesso 160.

La partecipazione al voto fu sorprendentemente bassa: solo il 62,7% degli aventi diritto votò al primo turno e il 25% al secondo. 

A sei anni, seppur senza diritto, Zosia, a suo modo, fu uno questi.


Zosia Dzierzawska, A testa in giù,
Topipittori, collana (gli anni in tasca) GRAPHIC,
Milano, 2014

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