giovedì 9 ottobre 2014

L'UOMO DEI PALLONCINI E MARY POPPINS... VENTO DA EST E VENTO DA OVEST


Giovanna Zoboli/Simone Rea,
L'uomo dei palloncini,
impaginazione e calligrafia Anna Martinucci,
Topipittori, Milano, 2014


Giovanna Zoboli è nata nel 1962 a Milano, dove vive e lavora. 
Ha collaborato con numerose case editrici come redattrice, curatrice e editor. È autrice di poesie, racconti, storie e romanzi per ragazzi e non, editi in Italia e all’estero. Dal 1994, si occupa di letteratura per l’infanzia. Con Mondadori Ragazzi ha pubblicato diversi volumi, fra cui alcuni titoli per adolescenti firmati con lo pseudonimo Giulia Goy. Insieme a Paolo Canton, ha creato, nel 1998, I Libri a naso e, nel 2004, i Topipittori, marchi editoriali specializzati in volumi illustrati (qui un po' della storia di storia dei Topipittori in occasione del loro 10mo compleanno). Si occupa di comunicazione d'impresa per lo studio Calamus. I suoi libri hanno ottenuti riconoscimenti italiani e stranieri, come il premio Andersen 2007 e 2008 per miglior albo 0-6, e il White Ravens 2004 e 2005. Nel 2006; con il personaggio di Pilly, ha vinto il premio Comicon Micheluzzi, come miglior sceneggiatrice di striscia umoristica. Dal 2006, collabora alla rivista “Hamelin. Note sull’immaginario collettivo” con articoli dedicati ai temi del libro illustrato e dell’infanzia. Dal 2005 al 2008, a Bologna, presso l’Accademia Drosselmeier, ha tenuto un corso sulla parola e le immagini nel picture book. Fra i suoi libri, nel catalogo dei Topipittori, ricordiamo: L'angelo delle scarpe (2009), Vorrei avere (2010), Troppo tardi (2010), Nove storie sull'amore (2011), Il viaggio di una stella (2011), Il viaggio di Miss Timothy (2012), Cose che non vedo dalla mia finestra (2012), C'era una volta una storia (2013), Il grande libro dei pisolini (2013), Casa di fiaba (2013), La colazione più buona del mondo (2013). È autrice di "20 buone ragioni per regalare un libro a un bambino" (progetto grafico di Giulia Sagramola, Topipittori).

Tra pochi giorni Giovanna Zoboli, grazie all'intrepida, preziosa, Maria Giaramidaro e a OliverLab (in collaborazione con l'Istituto Culturale Italiano e Topipittori) sarà ospite di Litquake (Bay Area, 10 - 19 ottobre), il festival letterario più longevo di San Francisco. Insieme a lei, Simona Mulazzani, vincitrice della Silver Medal dalla Society of Illustrators degli USA. Qui potete trovare tutti i dettagli del viaggio.

Simone Rea (pagina FB) è nato nel 1975 ad Albano Laziale, dove vive e lavora. Diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma, si è specializzato in seguito nel campo dell’illustrazione. Simone si racconta così: «Da cinque, sei anni a questa parte vivo del mio lavoro. Illustro principalmente albi illustrati. Ho vinto vari premi tra cui la Plaque of the BIB alla biennale di Bratislava, sono stato selezionato alla mostra illustratori Figures Futur a Parigi, ho vinto il secondo premio alla biennale di Ilustrarte in Portogallo e sono stato selezionato diverse volte alla fiera del libro per ragazzi di Bologna. La cosa più importante del mio lavoro è interpretare al meglio i testi che mi propongono. La cosa più gratificante del mio lavoro è leggere le mail di estranei che mi raccontano di come loro e i loro figli apprezzino le mie illistrazioni. All'attivo ho varie pubblicazioni, tra le più importanti: Favole di Esopo (Topipittori), El Actor (A Buen Paso), La Cavalla Storna (Rizzoli), L'uomo dei Palloncini (Topipittori).

Simone Rea sarà l'Artista del mese di Ottobre di La Casetta dell'Artista. Bed end Breakfast, Art Gallery, Art Studio di Bologna. E sarà lui a inaugurare - Venerdì 17 ottobre alle ore 19.30 e fino alle 23.00 - la prima mostra delle tavole originali di L'uomo dei palloncini (trovate tutte le INFO in calce al post).


Simone Rea - prova di copertina
L'uomo dei palloncini - work in progress


«L'idea di questo libro nasce da una cosa che ho visto dalla finestra 
una sera di agosto del 2008. 
Ho una casa sull'appennino emiliano, nel centro di un paese dove, da giugno a settembre, si fanno mercatini per ogni occasione possibile: festa del patrono, festa del cioccolato, festa di ferragosto, festa del mirtillo, festa della tigella, festa della costoletta, festa della salamella, festa del commerciante, festa dello sbarazzo, festa della notte bianca, festa del borlengo eccetera.
 In mezzo a un tripudio di bancarelle gremite di abiti made in China, 
strafalari etnici, pietre curative, bigiotterie, cani di ceramica a grandezza naturale e ratamaglia varia al gustoso prezzo di un euro, loro ci sono sempre: l'uomo dei palloncini e la sua signora che, dal camioncino dei torroni, 
vende delizie in una nuvola di profumo di mandorla caramellata. 
E sempre davanti alla mia finestra. 
Questo libro, L'uomo dei palloncini, perciò, è su di loro. Dedicato a questa coppia archetipica che regna su tutte le feste di paese, forse di tutto il mondo. [...]»

Giovanna Zoboli, "Un tempo nuovo di zecca", post per il blog dei Topipittori



Ho l'abitudine di prendere piuttosto sul serio le dediche degli scrittori.
Le volte che mi è possibile approfondirle, scopro cose in grado di indicarmi strade di lettura che non sempre riescono a farmi intravvedere una buona introduzione, dove presente, o una attenta critica.

La dedica di Giovanna Zoboli, mi ha fatto riaffiorare alla mente molte pensieri.

Il primo, quello di Henry Corbin, filosofo, mistico francese e secondo padre della psicologia archetipica dopo C.G. Jung, secondo cui: «il mundus archetypalis coincide con il mundus imaginalis», asserzione che l'ha condotto al duplice assunto in base al quale: «a) la natura fondamentale dell'archetipo è accessibile anzitutto all'immaginazione e si presenta anzitutto come immagine, sicché b) l'intera procedura della psicologia archetipica come metodo è immaginativa», (James Hillman, voce "Psicologia Archetipica", in Enciclopedia del Novecento, Treccani, 1980).

Lasciando stare la psicologia archetipica, che per ultima si è occupata, appunto, di archetipi passando dallo studio dei neoplatonici fino a William Blake, quello che qui interessa chi studia la letteratura per l'infanzia, è l'attenzione posta sull'osservazione che la natura fondamentale dell'archetipo sia accessibile anzitutto all'immaginazione e che si presenti anzitutto come immagine. E che questo, va da sé, porta necessariamente a riconoscere la centralità dell'attività "immaginale" universale dell'uomo, fin dall'infanzia.

Da questi brevi passi è facile intuire perché James Hillman, figura chiave e ultima di questo pensiero, spostando la sua indagine e riflessione etico-sociale sulle problematiche dell'uomo contemporaneo, sia arrivato a occuparsi di cultura più che di esercizio della psicoterapia.

L'indicazione che ci viene fornita da questo pensiero è che unicamente nelle circostanze culturali (fatte di relazioni, possibilità partecipative e strumenti)fin da bambini e grazie all'esercizio continuo dell'immaginazione, possiamo trovare gli archetipi che abitano la storia dell'uomo. Archetipi che, pur inconsapevolmente, fanno parte del corredo in dotazione nel momento della nostra venuta al mondo. Figure, di cui, chi ci accudisce, deve avere estrema cura, perché solo così, nel corso della vita, le sapremo riconoscere, potremo dare loro un aspetto e un nome, quando le incontreremo dal vero.



«[...] Il libro, infatti, parla di un'altra cosa, una cosa ancora più misteriosa di quelle elencate. Così misteriosa che proprio non saprei come fare a spiegarla, 
se non con le parole e le immagini che ci sono nel libro. 

Questa cosa misteriosa riguarda il tempo: il favoloso Tempo Che C’Era Prima di Loro. Loro intesi come i bambini. 
Quel tempo di cui tutti i bambini hanno sentito parlare e da cui l'uomo dei palloncini proviene insieme ai delfini e alle stelle, alle scimmie e ai cavalli, agli orsi bianchi e alle astronavi che vende per la strada, in tutti i paesi in cui si festeggia qualcosa, e in attesa ognuno del suo bambino, con il suo tempo nuovo di zecca. [...]»

Giovanna Zoboli, "Un tempo nuovo di zecca", post per il blog dei Topipittori




È in questo senso che vedo l'uomo dei palloncini, e la sua inseparabile ragazza tutta bianca (narratologicamente si potrebbe dire il suo doppio), abitare la terra della migliore letteratura per l'infanzia, quella che è stata capace di catturare e fissare una volta per tutte, partendo dalla fiaba fino al romanzo di formazione, quegli archetipi che hanno abitato, e abitano, il nostro Immaginario. 
In quella terra, molti di noi l'hanno provato, all'uomo dei palloncini e alla ragazza dei dolci, è riservato un posto speciale.

Ma non si è fermata qui, la riflessione suggeritami dalla dedica di Giovanna.

Anzi, mi ha portata dritta a pensare a una delle figure più importanti delle infanzia che, più di tutte (e ce ne sono tante), in questo libro partecipa in trasparenza: Mary Poppins.

Vi sembra strano? 



"L’uomo dei palloncini quando arriva 
ti chiama dalla finestra. 
Ma a modo suo, perché è di poche parole. 

Ha un camion misterioso come una valigia che si apre 
e dentro c’è il paese dei torroni,
 con veri palazzi, vere strade e campi, fiumi, colline a perdita d’occhio."



Giovanna Zoboli/Simone Rea,
L'uomo dei palloncini,
impaginazione e calligrafia Anna Martinucci,
Topipittori, Milano, 2014


Mary Poppins arriva in Viale dei Ciliegi al civico 17 di sera, portata, insieme all'inseparabile valigia delle meraviglie, dal vento da Est. I primi ad accorgersi del suo quasi precipitare sono Jane (sì, Jane) e Michael, i bambini della famiglia Banks che, dichiarando di non aver mai visto nulla di simile, la scorgono dalla finestra. 



Giovanna Zoboli/Simone Rea,
L'uomo dei palloncini,
impaginazione e calligrafia Anna Martinucci,
Topipittori, Milano, 2014


Arriva, di sera, portata dal vento da Est, Mary Poppins, quando e dove ci sono bambini che hanno bisogno del suo aiuto.

Istitutrice di poche parole e autrice di fantasiose aperture sul quotidiano, come l'uomo dei palloncini, lei sola capisce dei bambini cose che agli altri adulti appaiono inestricabili e misteriose, dando forma e sostanza ai desideri che ancora in loro non riescono ad affiorare. 




"L'uomo dei palloncini conosce ogni bambino di ogni paese e città. 
È questa la sua specialità. 
E per ognuno sa cosa è meglio."



Giovanna Zoboli/Simone Rea,
L'uomo dei palloncini,
impaginazione e calligrafia Anna Martinucci,
Topipittori, Milano, 2014



Pochi altri come lei sanno che per indicare a un bambino la strada da prendere, bisogna conoscere, vivere pienamente e senza paura la propria. 



Giovanna Zoboli/Simone Rea,
L'uomo dei palloncini,
impaginazione e calligrafia Anna Martinucci,
Topipittori, Milano, 2014


Tra le molte altre cose che noi non sappiamo, ma Mary Poppins sì, è quanto sia fondamentale per i bambini vivere sospesi tra sogno e realtà, in quella terra di mezzo dove le esperienze vissute non è sempre necessario che siano comprese, deve infatti passare un tempo incerto per ciascuno di noi perché le cose possano lasciare un segno.

Sa, infine, come l'uomo dei palloncini e la sua ragazza tutta bianca, e perché anche loro lo sono stati molto tempo fa, che i bambini hanno bisogno di un pizzico di magia e di un poco di zucchero, per diventare grandi, che i grandi ne hanno bisogno per ritrovare le indicazioni smarrite dell'infanzia e che non si è mai sicuri di che cosa si possa trovare, in una magica notte, al giardino zoologico.



Giovanna Zoboli/Simone Rea,
L'uomo dei palloncini,
impaginazione e calligrafia Anna Martinucci,
Topipittori, Milano, 2014


C'è una scelta, importante a mio avviso, che  Giovanna Zoboli e Simone Rea hanno fatto a differenza di P.L. Travers; una scelta che pone una differenza stilistica sostanziale tra l'uomo dei palloncini e Mary Poppins. E cioè hanno tentano l'impresa di trasfigurare una figura del reale in una figura dell'Immaginario, anche se in realtà l'uomo dei palloncini abita già lì ma non era ancora stato riconosciuto prima d'ora (torna Henry Corbin), e nel farlo di rivolgersi ai bambini più piccoli. Una sorta di doppio salto mortale, gli scrittori e gli illustratori sanno di cosa parlo, che hanno compiuto dopo un significativo tempo di preparazione e confronto: "perché ci vuole tempo per fare un libro sul tempo", ci dice Giovanna Zoboli.

Tanto che è difficile dire dove finiscono le parole e iniziano le illustrazioni.
Simone Rea, poi, come se non fosse abbastanza, si è cimentato con un cambiamento di tecnica importante, abbandonando l'acrilico per usare esclusivamente le matite creando così una perfetta consonanza con la leggerezza, il non detto, l'apertura che caratterizzano la storia, regalando così al lettore la sensazione di partecipare alla fragile bellezza delle cose temporanee, modeste, imperfette. La bellezza di quelle cose insolite che Giovanna Zoboli ha saputo fermare alla perfezione, e ancora una volta, sulla pagina e che solo i bambini sanno ancora cogliere.

Se oggi Mary Poppins, finalmente, può contare su un amico che si prende cura dei bambini fino al suo arrivo, beh, deve ringraziare loro.

E, quando arriverà il momento in cui i bambini saranno pronti per sentire soffiare il vento da Est, l'uomo dei palloncini, spinto dal vento da Ovest e con la sua ragazza tutta bianca, condurrà il camion misterioso su una nuova piazza, dove altri bambini saranno già lì, pronti ad attenderlo.


Giovanna Zoboli/Simone Rea,
L'uomo dei palloncini,
impaginazione e calligrafia Anna Martinucci,
Topipittori, Milano, 2014


«Thinking is linking»

P. L. Travers


Info

L'UOMO DEI PALLONCINI
Expo di Simone Rea

Evento a cura di Giulia Sollai

La Casetta dell'Artista
Via Cesare Battisti, 9 (laterale di via Ugo Bassi) - 40123 Bologna
T. +39 3249574319

Le esposizioni all'interno della Casetta dell'Artista durano circa 1 mese per ogni artista e sarà possibile visitarle durante tutto il mese solo su appuntamento da richiedere telefonicamente o via mail.

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