giovedì 7 novembre 2013

OH, CHRIS!

Chris Haughton, Oh no, George!, 
traduzione di Chiara Stancati,
Lapis Edizioni, Roma, 2013

Chris Haughton è un illustratore e designer irlandese che vive a Londra. Ha collaborato e collabora con diverse agenzie pubblicitarie ed è autore di murales che si possono vedere nelle città di Londra e Tokio. Collabora, da diversi anni, con alcune riviste tra cui "Time Magazine", "The Guardian", "The Times", "The Independent", "The Irish Times" e "The South China Morning Post".
Ha lavorato in progetti legati al commercio equo solidale per sei anni. Nel 2007 il suo nome è apparso nella lista di "DESIGN 100" del 2008 redatta da "Time Magazine" per il suo lavoro per People Tree, un marchio di abbigliamento e altro sempre di commercio equo solidale. A BIT LOST uscito nel 2009 (OH-OH!, Lapis Edizioni, 2010) è stato il suo primo libro ed ha ottenuto un immediato successo planetario: subito tradotto in 19 lingue, si è aggiudicato numerosi e prestigiosi premi internazionali tra cui il Premio Bisto Children's Book of the Year e, in Italia, il Premio Andersen 2013 miglior libro 0 - 6 anni e il Super Premio Andersen 2013. Gli ha fatto seguito, nel 2012, Oh no, George! (Lapis Edizioni, 2013) che sta ripercorrendo le stesse tappe del successo del primo ed è stato nominato per diversi premi tra cui il Roald Dahl Funny Award.




Il 2012 l'ha visto anche come co-fondatore di NODE con Akshay Sthapit e in collaborazione con il Design Museum di Londra, un interessantissimo progetto che ha come obiettivo quello di collegare una rete mondiale di designer e artisti con i produttori di tappeti tradizionali nepalesi per creare bellissime opere fatte a mano (qui potete vedere un breve video), a cui hanno aderito anche Beatrice Alemagna, Sanna Annukka, Lesley Barnes, Petra Borner, Chamo, Benji Davies, Clayton Junior, Jon Klassen, Micah Lidberg, Joe Magee, Geoff McFetridge, Neasden Control Centre, Patternity, Serge Seidlitz, Marcroy Smith, Kevin Waldron e Donna Wilson.
I tappeti sono realizzati in collaborazione con la Kumbeshwar Technical School, uno dei membri fondatori del Fair Trade Nepal che garantisce ai dipendenti un percorso di alfabetizzazione di miglioramento delle competenze, oltre a salari equi e rispetto dei tempi e delle condizioni di lavoro, e il loro lavoro sostiene una scuola di 260 bambini e un orfanotrofio.

Chris Haughton deve avere avuto le idee chiare già dal suo primo libro che ne ha subito definito e proposto lo stile immediatamente riconoscibile sia per immagini, per la scelta della modalità di racconto, che per la grafica (tra le altre cose A Bit Lost è il nome dato anche al carattere tipografico creato appositamente per il primo libro e usato poi anche per il secondo).

Chris Haughton, OH-OH!, 
traduzione di Chiara Stancati,
Lapis Edizioni, Roma, 2012

OH-OH!, che per il momento è esaurito ma a febbraio tornerà nelle librerie in nuova una versione, cartonata, più piccola rispetto al formato originale dell’albo e anche più economica, ma non per questo meno bella assicura l'editore, e Oh no, George! nelle mani dei bambini sono diventati libri di culto. Basta provare e vedere che cosa succede quando li si leggono ad alta voce e si mostrano ai bambini. Sono libri che sembrano più di ogni cosa nati per questo, per essere condivisi, usati "insieme" che, sappiamo non essere poca cosa questa, visto, come sostiene Mem Fox, che:
I momenti in cui leggiamo ad alta voce sono perfetti per conversare perché lettore e ascoltatore possono lanciarsi in discorsi interminabili sulla storia, le figure, le parole, i valori e gli ideali. Leggere ad alta voce e parlare di ciò che leggiamo stimola l'acume dei bambini e favorisce lo sviluppo delle capacità di concentrazione, della logica e dell'abilità di esprimersi con chiarezza. Le storie che ascoltano sono per loro un bagaglio di espressioni argute, frasi nuove e parole dal significato sottile.
Ci vorrà poco perché comincino a capire che aspetto hanno i caratteri stampati, come funzionano le parole in una frase, come funziona il mondo - perché succede questo, perché succede questo - e come tutto si combina per creare un significato. In altre parole, ci vorrà poco perché imparino a leggere. (n.d.r. In realtà, continua l'autrice, il bambino deve poter ascoltare almeno mille storie prima di imparare a leggere. Mille? Non bisogna scoraggiarsi, aggiunge, perché a ben guardare mille storie sono poco meno che tre storie al giorno per un anno. Tenendo conto poi che si hanno a disposizione almeno quattro a cinque anni prima che i bambini vadano a scuola non sembra difficile ottenere ottimi risultati. Tre storie al giorno sono perfette: la preferita del bambino, una che conosce già e una nuova. Ci sono momenti però, sappiamo, in cui si leggerà lo stesso libro per tre volte, tutto normale e andrà bene lo stesso). Mem Fox, Baby Prodigio, Il Castoro, Milano, 2012, pp. 19-20.

Ma vediamo insieme quali possono essere le caratteristiche che hanno decretato il successo clamoroso di questi titoli.

Apparentemente e come nella maggioranza dei casi, succede spesso quando si frequentano molto, moltissimo, i libri per l'infanzia, il contenuto, lo stile, la struttura del racconto qui usati sono qualcosa di abbastanza classico da trovarsi, soprattutto nei libri dedicati alla prima infanzia. Seguendo questo pensiero si potrà così riflettere sul fatto che la scelta di usare il colore in modo piatto, tagliato da sagome scure che  definiscono un certo corso narrativo della storia nel caso di OH-OH! o che assorbe camaleonticamente il protagonista in un mare di rosso quando questi si muove nella "zona pericolo" della storia nel caso di Oh no, George!, spezzati entrambi dai fondi bianchi che accolgono sulla pagine i momenti in cui il protagonista rimane sospeso perdendosi in essa, il fulcro del racconto, è particolarmente indicata tanto per il tipo di narrazione stessa quanto per l'età di riferimento.  E così dicendo, si potrebbe continuare, perdendo però clamorosamente di vista, il vero valore di questo libro che, a mio avviso, è il famoso "ingrediente K" che dipende sempre e solo dallo sguardo e dall'esperienza di chi decide di narrare.

Gufetto dorme con la sua mamma sull'albero 
ma ad un certo perde l'equilibrio...


Chris Haughton, OH-OH!, 
traduzione di Chiara Stancati,
Lapis Edizioni, Roma, 2012

Chris Haughton, OH-OH!, 
traduzione di Chiara Stancati,
Lapis Edizioni, Roma, 2012


Harry, il padrone di George, sta per uscire.
"Farai il bravo, George?" chiede Harry.
"Sì" dice George. 
"Prometto di fare il bravo".

Chris Haughton, Oh no, George!, 
traduzione di Chiara Stancati,
Lapis Edizioni, Roma, 2013

Chris Haughton, Oh no, George!, 
traduzione di Chiara Stancati,
Lapis Edizioni, Roma, 2013

In questo caso, per primo, parliamo del lavoro di un autore di origine anglosassone e, di questa cultura, sicuro portatore sano dello humour che la contraddistingue, di quella tendenza a provocare divertimento e risate partendo dai fatti apparentemente più insignificanti della vita di tutti i giorni, anzi proprio partendo da questi, dai loro più piccoli particolari, per imparare a osservare ampliando l'angolo di visione le nostre debolezze, i nostri difetti, le cose meno piacevoli della nostra esistenza, per poterle così accogliere in noi finalmente depotenziate, nella loro ilare relatività, imparando fin da piccoli la storica lezione di Henri Bergson, e cioè che «Non vi è nulla di comico al di fuori di ciò che è propriamente umano» e che «anche quando l'oggetto del comico non è una persona, tuttavia ciò che suscita il riso è un aspetto di quell'oggetto o animale che richiama alla mente atteggiamenti e situazioni umane» (rif. Il riso. Saggio sul significato del comico, Rizzoli, Milano, 1991).

Dopo la caduta Gufetto viene soccorso da uno scoiattolo
che lo aiuterà a ritrovare la sua mamma...

Chris Haughton, OH-OH!, 
traduzione di Chiara Stancati,
Lapis Edizioni, Roma, 2012

... per farlo, però, avrà bisogno che Gufetto la descriva,
dettagliatamente...
"La mia mamma è GRANDE GRANDISSIMA..."

Chris Haughton, OH-OH!, 
traduzione di Chiara Stancati,
Lapis Edizioni, Roma, 2012

"La mia mamma è GRANDE GRANDISSIMA...", dice Gufetto.E così inizia una lunga ricerca...


Chris Haughton, OH-OH!, 
traduzione di Chiara Stancati,
Lapis Edizioni, Roma, 2012

Harry è uscito e George è rimasto a casa da solo.
A fargli compagnia, una promessa: quella di fare il bravo.
Ma sarà così facile mantenerla?
E, mettiamo il caso che mentre George si impegna 
per mettercela tutta passasse di lì improvvisamente un gatto...


Chris Haughton, Oh no, George!, 
traduzione di Chiara Stancati,
Lapis Edizioni, Roma, 2013

Chris Haughton, Oh no, George!, 
traduzione di Chiara Stancati,
Lapis Edizioni, Roma, 2013

... e poi sbucasse dal nulla un invitante vaso di fiori...

Chris Haughton, Oh no, George!, 
traduzione di Chiara Stancati,
Lapis Edizioni, Roma, 2013

Non di meno, come avrete ormai avuto modo di osservare, Chris Haughton è un designer che ha lavorato e lavora nell'ambito della pubblicità che è un ottimo esercizio, come molti autori e illustratori hanno dimostrato, per affinare il pensiero e renderlo più acuto e preciso, in grado con pochi tratti, di penna o matita che siano, di definire alla perfezione l'obiettivo narrativo e di riuscire a ridurlo a quell'essenza che è indispensabile raggiungere perché si possa esprimere in modo compiuto ed efficace nell'ambito del perimetro di estrema sintesi messo a disposizione (trovate qualche somiglianza con l'albo illustrato?).

Sopra ogni cosa, sembra però che Haughton sia in grado di catturare l'infanzia e darle voce e figura, alle sue paure, inadeguatezze, al desiderio di indipendenza e al senso di potenze e impotenza insieme, al timore dell'abbandono, a quella ricerca continua di un equilibrio sulla soglia del liminare, tra ciò che desidera e ciò che è possibile fare, all'euforia e allo spavento insiti in ogni giorno di crescita.


Chris Haughton, OH-OH!, 
traduzione di Chiara Stancati,
Lapis Edizioni, Roma, 2012

Non sarà un caso, quindi, che i finali dei suoi libri rimangano aperti dove invece, dati i contenuti dei racconti, avrebbe potuto cedere alla trappola di una rassicurante deriva moraleggiante guadagnandosi la stima degli adulti e certo di annoiare i bambini alla prima lettura. Di conseguenza, viene da sé, entrambi i finali sono circolari, espediente qui perfettamente giocato che porterà i bambini a chiedere di riascoltare, poi a rileggere come vi sarà capitato innumerevoli volte, queste storie.
Una volta aperti i libri, dunque, non avrete scampo: diventerete amici intimi di Gufetto e di George.


Chris Haughton, Oh no, George!, 
traduzione di Chiara Stancati,
Lapis Edizioni, Roma, 2013

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