venerdì 23 dicembre 2011

L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 23

Lev Tolstoj/Brunella Baldi, Di topi e leoni,
di orsi e di galline
, Lapis Edizioni, Roma, 2011
© tutti i diritti riservati


Lev Nikolaevič Tolstoj nacque il 28 agosto 1828 nella tenuta Jasnaja Poljana nel governatorato di Tula. La madre era la principessa Marja Nikolàevna Volkonskaja, mentre il padre Nikolàj Il'ìč era discendente di Pëtr Andreevič Tolstoj, che aveva ottenuto il titolo di conte da Pietro il Grande. La madre, di cui Lev non conserverà alcun ricordo, muore quando egli ha appena due anni. Dopo qualche anno gli muore anche il padre lasciandolo precocemente orfano. Fu così allevato da alcune zie molto religiose e da due precettori, un francese e un tedesco.

Chi sono io? Uno dei quattro figli di un tenente colonnello in pensione, rimasto orfano a sette anni, allevato da donne e da estranei e che, senza aver ricevuto alcuna educazione mondana né intellettuale, a diciassette anni è entrato nel mondo. © AA.VV., I giganti. Lev Tolstoj, Verona, Mondadori, 1970, p. 5.

Lev Tolstoj 1828 - 1910
Ritratto di Nikolaj Ge - Tretjakov Gallery, Mosca
© tutti i diritti riservati


Nelle opere di Lev Tolstoj vita e letteratura sono inscindibili.

[...] quel primo tempo poetico, meraviglioso, innocente, radioso dell'infanzia fino ai quattordici anni. Poi quei venti anni orribili di grossolana depravazione al servizio dell'orgoglio, della vanità e soprattutto del vizio. Il terzo periodo, di diciotto anni, va dal matrimonio fino alla mia rinascita spirituale: il mondo potrebbe anche qualificarlo come morale, perché in quei diciotto anni ho condotto una vita familiare onesta e regolata, senza cedere a nessuno dei vizi che l'opinione pubblica condanna. Tutti i miei interessi però erano limitati alle preoccupazioni egoistiche per la mia famiglia, il benessere, il successo letterario e tutte le soddisfazioni personali. Infine il quarto periodo è quello che sto vivendo adesso, dopo la mia rigenerazione morale [...] © AA.VV., I giganti. Lev Tolstoj, Verona, Mondadori, 1970, p. 5. 

Tolstoj lesse, giovanissimo le opere di Rousseau, ne rimase così folgorato che si dice abbia girato per molti anni con appeso al collo il medaglione con l'effige di Jean Jacques.


Non a caso, l'opera della conversione di Tolstoj, scritta trent'anni dopo, si intitolerà appunto – similmente all'autobiografia roussoniana – Le confessioni (1882). Autori come Rousseau,Sterne, Puskin, Gogol insegnano allo scrittore in erba un principio fondamentale: in letteratura sono importanti soprattutto la sincerità e la verità. Proprio sotto questi influssi nascono le opere letterarie di Tolstoj: nel 1851 avviene la prima redazione del racconto Infanzia che uscirà sulla rivista del poeta e amico Nekrasov "Sovremienik" 1852.. Da questa pubblicazione, presto seguita da Adolescenza (1854) e Giovinezza (1857), Tolstoj emerge tra gli scrittori più famosi dell'epoca. "Ecco un talento nuovo e certo", confida Nekrasov a Turgenev. Pagine parzialmente autobiografiche, Infanzia, Adolescenza, Giovinezza sono, nel progetto dell'autore, tre tappe della formazione e dell'educazione sentimentale ed esistenziale di un ragazzo, Nikolen'ka Irten'ev, che evocano con suggestiva limpidezza la sua crescita, le sue esperienze interiori, il mondo che cambia intorno a lui.

Nel 1859, Tolstoj è sull'orlo di una crisi: l'uscita di Felicità familiare, lo vede in realtà insoddisfatto a tal punto da affermare, il 9 ottobre: "Ora non valgo più nulla come scrittore. Non scrivo; non ho più scritto sin da Felicitàfamiliare e temo che non scriverò più". 

In lui si fa sempre più strada l'idea del pedagogo...

Sempre e molto continuo a pensare all'educazione, aspetto con impazienza il momento in cui comincerò a istruire i miei bambini: penso di aprire, allora, una nuova scuola, e di stendere finalmente per iscritto il résumé di tutto ciò che so sul fatto educativo, e che nessun altro sa, o che nessuno, almeno, vuol riconoscere

Si consacra così, dal 1859 al 1862, alla fondazione di una scuola per i figli dei contadini di Jasnaja Poljana. È necessario premettere che a metà dell'Ottocento in Russia non era prevista la scuola per i figli dei contadini. Tolstoj riteneva che la carenza di istruzione fosse una delle cause del dispotismo, della violenza e dell'ingiustizia. Nel costituire la nuova scula Tolstoj si porrà alcuni grandi problemi riguardo l'istruzione: esiste un diritto di educare? Ed ancora chi è che educa?. Tolstoj capisce che la scuola esprime la cultura delle classi dominanti. E se ciò può anche essere "giusto" per i figli delle classi agiate, non va bene per i figli dei contadini. E quindi che valori proporre? La soluzione sarà proporre una scuola totalmente libertaria e con un grande rispetto per la cultura dell'altro. Un tratto caratteristico era il non sminuire mai la conoscenza, le abilità che i bambini portavano da fuori dalla scuola.

I ragazzi non si lasciano ingannare... Noi cerchiamo di dimostrare che siamo intelligenti, ma essi non se ne interessano affatto, e vogliono sapere se siamo onesti, se siamo sinceri, se siamo buoni, se siamo compassionevoli, se abbiamo una coscienza e dietro il nostro desiderio di mostrarci solo infallibilmente ragionevoli. © Lev Tolstoj, lettera a Aleksandra Andreevna Tolstaja, fine novembre 1865

Dopo ben poco tempo, visto il successo della sua prima scuola di Jasnaja Poljana, inizia ad approfondire i problemi della pedagogia e comincia a pensare ad un modello di scuola statale per tutta la Russia. Nel 1860 scrive il suo primo saggio di pedagogia: Osservazioni e materiali pedagogici e comincia ad abbozzare il progetto d'una società per l'istruzione popolare.Nel 1861 le scuole da lui fondate sono diventate dodici (negli anni aumenteranno sempre più) e vi lavora lui pure come maestro. Nel 1862 scrive  numerosi saggi pedagogici, tra cui il celebre Chi ha bisogno di imparare a scrivere da chi: i ragazzi contadini da noi, o noi dai ragazzi contadini?

Dopo la profonda crisi spirituale che lo colse nella cittadina di Arzamas nell'autunno 1869, Lev Tolstoj ritrovò conforto e ed equilibri nei classici. Allo stesso tempo egli riprese a raccogliere e rielaborare testi di lettura per l'infanzia.
Nel 1872 esce il voluminoso Abbecedario per il popolo, che sarà – con oltre un milione di copie vendute – uno dei maggiori successi di Tolstoj. 

In esso ho messo più fatica e amore, che in tutto quello che ho fatto e so bene che questo è l'unico lavoro importante della mia vita. © lettera indirizzata a Aleksandra Andreevna Tolstaja

Nel 1874 Tolstoj si dedica interamente alla pedagogia e alla direzione delle sue scuole, che sono ormai una settantina. Scrive una Grammatica per le scuole rurali e pubblica il saggio L'istruzione pubblica, la cui tesi fondamentale è la seguente: se l'istruzione vuole essere di reale profitto, va fondata su una libertà d'apprendimento che consenta agli allievi di scegliere da sé che cosa studiare e che cosa no, il docente deve adattarsi alle loro scelte. 

Il periodo piú luminoso della mia vita mi è stato dato non già dall'amore per una donna, ma dall'amore per gli uomini, per i bambini». Perché «nel bambino vive intatto il prototipo dell'uomo: e ogni educatore deve aiutare il bambino a preservare la sua primigenia perfezione.

Nel 1875 pubblica una riedizione dei racconti dell'Abbecedario con il titolo I quattro libri di lettura contenenti favole tratte da di Esopo dalla tradizione orientale, da La Fontaine, dalla tradizione del folclore russo, dalle favole dei Grimm a numerosi componimenti di propria creazione.
L'opera era destinata, come disse Tolstoj nel libro, «a tutti i fanciulli, da quelli della famiglia imperiale a quelli dei contadini, perché ne traggano le loro prime impressioni poetiche».

Lev Tolstoj, I quattro libri di lettura,
Einaudi, Torino, 1994
© tutti i diritti riservati

L'introduzione a I quattro libri di lettura è a cura di Pier Cesare Bori. La sua ricerca su Lev Tolstoj, condotta anche con numerosi soggiorni in Russia è sintetizzata in L'altro Tolstoj (Il Mulino, Bologna 1995), e nella traduzione dal russo di Pensieri per ogni giorno (Edizioni cultura della pace, 1995). Ha scritto anche l’introduzione a Guerra e pace nell’edizione Einaudi (1998). Oltre ad essere uno dei maggiori studiosi di Tolstoj, Pier Cesare Bori e anche il professore con cui mi sono laureata con una tesi in Filosofia morale. Un grande, insuperato, Maestro di pensiero e di vita.

Di topi e di leoni di orsi e di galline, appena uscito per Lapis Edizioni, con le illustrazioni di Brunella Baldi, è una preziosa raccolta di favole che deriva da una selezione ragionata proveniente da I quattro libri di lettura. L'edizione è arricchita dal commento di Rita Valentino Merletti che precede ciascuna favola e da una postfazione di Stefano Garzonio Professore Ordinario di Lingua e Letteratura Russa presso il Dipartimento di Linguistica della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell'Università di Pisa.

IL LEONE E IL TOPO (dal Primo libro di lettura)
Dalla favola di Esopo Il leone e il topolino riconscente


Lev Tolstoj/Brunella Baldi, Di topi e leoni,
di orsi e di galline
, Lapis Edizioni, Roma, 2011
© tutti i diritti riservati

Lev Tolstoj/Brunella Baldi, Di topi e leoni,
di orsi e di galline
, Lapis Edizioni, Roma, 2011
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IL PORCOSPINO E LA LEPRE (dal Secondo libro di lettura)
traduzione libera di Il riccio e la lepre dei Grimm

Lev Tolstoj/Brunella Baldi, Di topi e leoni,
di orsi e di galline
, Lapis Edizioni, Roma, 2011
© tutti i diritti riservati

Lev Tolstoj/Brunella Baldi, Di topi e leoni,
di orsi e di galline
, Lapis Edizioni, Roma, 2011
© tutti i diritti riservati



IL TOPO SOTTO IL GRANO (dal Secondo libro di lettura)
Riscrittura da Les mille et un jour, Contes persans, Paris 1839

Lev Tolstoj/Brunella Baldi, Di topi e leoni,
di orsi e di galline
, Lapis Edizioni, Roma, 2011
© tutti i diritti riservati



L'ELEFANTE (dal Primo libro di lettura)
Riscrittura da Racconti per ragazzi dal Brendel e dal Brehm
Pietroburgo 1873

Lev Tolstoj/Brunella Baldi, Di topi e leoni,
di orsi e di galline
, Lapis Edizioni, Roma, 2011
© tutti i diritti riservati



IL VITELLO SUL GHIACCIO (dal Secondo libro di lettura)
COMPOSIZIONE ORIGINALE

Lev Tolstoj/Brunella Baldi, Di topi e leoni,
di orsi e di galline
, Lapis Edizioni, Roma, 2011
© tutti i diritti riservati


È un anno felice per Brunella Baldi che, con C.C.P.cicogne, cavoli, provette (Principi&Principi, 2011), Come due gocce d'acqua (testo di Sandra Dema, Acco Editore, 2011), Non c'è nave che possa come un libro (poesie di Emily Dickinson, Motta Junior, 2011) e quest'ultimo di Tolstoj, si è trovata a misurarsi con opere così diverse tra loro da richiedere, di volta volta, l'utilizzo di un differente registro stilistico, prova che l'illustratrice fiorentina ha superato con esiti davvero brillanti. Come quello ottenuto in Di topi e leoni, di orsi e galline, dove le illustrazioni che propone sembrano seguire, al contempo, sia il lontano filo del pensiero che guidò Tolstoj nella costruzione del suo racconto corale che l'eco delle suggestioni e delle atmosfere che provengono dalla terra d'origine di ciascuna favola. Ne esce così un racconto iconografico dai tratti delicati e suggestivi che vivifica e dilata il perimetro dell'essenzialità di questi brevi racconti morali.

Ancora oggi, conclude Stefano Garzonio nella postfazione, «le fiabe di Tolstoj mantengono tutta la loro freschezza espressiva ed energia spirituale e sono portatrici di quegli ideali di originale e libertaria concezione del mondo che caratterizzano tutta l'esperienza letteraria e filosofica del grande scrittore».

Quarant'anni fa, mentre attraversavo una grave crisi di scetticismo e dubbio, incappai nel libro di Tolstoj Il regno di Dio è dentro di noi, e ne fui profondamente colpito. A quel tempo credevo nella violenza. La lettura del libro mi guarì dallo scetticismo e fece di me un fermo credente nell'ahimsā. Quello che più mi ha attratto nella vita di Tolstoj è il fatto che egli ha praticato quello che predicava e non ha considerato nessun prezzo troppo alto per la ricerca della verità. Fu l'uomo più veritiero della sua epoca. La sua vita fu una lotta costante, una serie ininterrotta di sforzi per cercare la verità e metterla in pratica quando l'aveva trovata. [...] Fu il più grande apostolo della non-violenza che l'epoca attuale abbia dato. Nessuno in Occidente, prima o dopo di lui, ha parlato e scritto della non-violenza così ampiamente e insistentemente, e con tanta penetrazione e intuito. [...] La vera ahimsadovrebbe significare libertà assoluta dalla cattiva volontà, dall'ira, dall'odio, e un sovrabbondante amore per tutto. La vita di Tolstoj, con il suo amore grande come l'oceano, dovrebbe servire da faro e da inesauribile fonte di ispirazione, per inculcare in noi questo vero e più alto tipo di ahimsa.» 
© Mahatma Gandhi, Antiche come le montagne, ed. di Comunità, Milano, 1963, pp. 234-235.


Le immagini e i testi di Di topi e leoni, di orsi e di galline sono state pubblicate per gentile concessione di © Lapis Edizioni e rispettivi autori.
Per tutti immagini e testi si faccia riferimento al © Copyright indicato in ciascun caso. 

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